venerdì 18 marzo 2011

La Venere di Morgantina torna a casa

La Venere di Morgantina
Alla fine la statua della Venere di Morgantina è rientrata in Italia dal suo esilio forzato - sebbene lussoso - in California: oltreoceano, nella soleggiata Malibu per l'esattezza, la scultura era stata esposta per anni come uno dei pezzi più pregiati del Paul Getty Museum di Los Angeles che l'aveva acquistata all'asta per 18 milioni di dollari nel 1988. Peccato però che la statua, scolpita nel V secolo, era stata rubata proprio negli anni Ottanta quando a Morgantina erano in corso le operazioni di scavo, divisa in tre pezzi e fatta 'espatriare' in Svizzera dove era stata ricomposta e rimessa sul mercato da un trafficante svizzero, poi condannato per questo.
Dopo aver ottenuto la restituzione del 'maltolto', da mesi Regione, enti e istituzioni si sono messi in moto per accogliere nel migliore dei modi l'effigie della dea che tornerà nella sua Aidone, paesino  di poche migliaia di abitanti in provincia di Enna, nel cuore della Sicilia, che accoglie dentro i suoi confini il sito archeologico di Morgantina, imponente e tra i meglio conservati ma finora snobbato dai visitatori. Si spera che la Venere, che sarà esposta a partire da aprile, avrà migliore sorte.  Ma Aidone è pronta ad accoglierla?

Questo mio reportage è stato pubblicato sul mensile "Esse" nel luglio del 2010. Ecco quela era allora la situazione ad Aidone.

 

Un piccolo albergo, cinque bed & breakfast, due pizzerie e quattro ristoranti. Sulle caratteristiche strade fiancheggiate da edifici d'epoca arabo-normanna si fa fatica a trovare un negozio di souvenir. Ecco come si presenterà Aidone ai turisti che, si spera, arriveranno per ammirare la statua della Venere di Morgantina. All'inizio del prossimo anno la monumentale scultura lascerà il suo piedistallo al Paul Getty Museum di Los Angeles, dove dal 1988 è stata esposta come uno dei pezzi più preziosi della collezione e affronterà un lungo viaggio sino al cuore della Sicilia, la terra che le diede i natali migliaia di anni fa.
Chi immaginasse il piccolo comune in provincia di Enna in pieno fermento in vista dell'appuntamento di gennaio del 2011 potrebbe rimanere deluso. E' vero che tanti aspettano l'arrivo della Venere come se fosse la volta buona, come se, da sola, potesse risollevare le sorti di un territorio mortificato dalla disoccupazione e dall'isolamento dai centri nevralgici più importanti dell'isola. In realtà per il momento ad Aidone - epicentro di un distretto turistico in corso di riconoscimento da parte della Regione - mancano strutture e servizi che potrebbero renderla una meta più allettante agli occhi dei visitatori e non si prevede di crearne di nuovi prima dell'arrivo della scultura. Una situazione che non è casuale, ma frutto di una scelta precisa illustrata dal sindaco Filippo Gangi: “Qualcuno – spiega - si lamenta che non ci sono strade, gli alberghi non sono sufficienti, non ci sono servizi. Ma ragionando in questo modo si rischia di mettere il carro davanti ai buoi: quando ci sarà la statua si vedrà. I privati valuteranno quando sarà il momento di fare un investimento, per ora sono tutti in attesa e cercano di cogliere i segnali del cambiamento...”.
In paese esiste, da anni, un solo albergo. E' l'hotel Morgantina, un due stelle inventato da Lorenzo Rinaldi, che oggi ha 73 anni ma quando ne aveva una sessantina abbandonò il commercio di elettrodomestici per dedicarsi al turismo. Ristrutturò una palazzina di sua proprietà a pochi passi da piazza Cordova, che è il cuore pulsante di Aidone, e ne ricavò 27 camere e due ampie sale da pranzo che possono ospitare fino a 70 persone. “Qui passano soprattutto gruppi di stranieri con punte di affluenza in primavera e in autunno quando i viaggi organizzati dai tour operator sono più frequenti – spiega Rinaldi – Sono tutti turisti di passaggio, visitano Piazza Armerina, Morgantina e si fermano per una notte...ora abbiamo in programma degli interventi di ristrutturazione da 500 mila euro”.
A parte l'hotel Morgantina nel piccolo comune degli Erei operano pure cinque bed & breakfast, sei locali tra pizzerie e ristoranti e diversi piccoli bar, alcuni dei quali si affacciano sulla piazza coi tavolini e le sedie di plastica ricreando l'atmosfera di una Sicilia che ormai non esiste più. L'offerta sembra troppo scarna se confrontata con le speranze che gli aidonesi ripongono nell'arrivo della Venere, preceduta nei mesi scorsi dalla restituzione degli Acroliti e del Tesoro di Morgantina.
I pochi operatori economici hanno provato a unire le loro forze dando vita ad un centro commerciale naturale, come è accaduto in altri comuni siciliani, nella speranza di intercettare finanziamenti che possano irrorare di nuove energie la sonnecchiante economia della zona. “Hanno aderito 36 attività, soprattutto laboratori di pasticceria, qualche bed&breakfast, gioiellerie, bar”, spiega Filippo Rosella che ne è il presidente e ha una triste consapevolezza: “Aidone – dice - non aveva bisogno della Venere per sperare in un incremento turistico”. Come gli altri suoi compaesani, gente cordiale e socievole, Rosella guarda con amarezza al passato per considerare le occasioni perdute e ripone le sue speranze nel futuro.
Un futuro che attualmente è tutto un enorme progetto. La priorità è quella di individuare e rendere fruibile la nuova “casa” dell'Afrodite, che con tutta probabilità sarà la chiesa sconsacrata di San Vincenzo Ferreri (detta anche di San Domenico). E già di per sé il compito ha richiesto una grande fatica tra sopralluoghi e vertici con i vari attori istituzionali, dal Comune di Aidone alla Provincia di Enna all'assessorato regionale ai Beni culturali. “La chiesa è stata riconosciuta come una struttura adeguata al prestigio della statua - spiega il sindaco – ma servono lavori di restauro e allestimento. Finora abbiamo sentito tanti proclami da parte delle istituzioni che rivendicano proprietà e competenze, anche se tutti poi si lamentano per la mancanza di fondi. Il Comune di Aidone non ha ricevuto un centesimo ma si è fatto carico delle aspettative della comunità, che attende l'arrivo della Venere come manna dal cielo, e si è assunto il compito di redigere il progetto esecutivo per l'adeguamento della chiesa". Gangi mette le mani avanti: "Dobbiamo essere consapevoli che, nel malaugurato caso che l'evento della Venere di Morgantina dovesse rivelarsi un fallimento, tutti i soggetti istituzionali, a tutti i livelli, ne usciranno con le ossa rotte”.
Mentre per allestire e arredare la nuova dimora della scultura il governo nazionale ha destinato una somma di un milione e 500 mila euro derivante dai proventi del lotto, tutto il resto verrà dopo. E tutto il resto significa viabilità, parcheggi per i pullman, segnaletica e investimenti privati. Raggiungere Aidone per esempio è più complicato del dovuto. Da Catania la strada più breve e rapida per percorrere una distanza di poco più di cento chilometri sarebbe la Statale 288, che però è accidentata e interrotta in più punti, mentre chi arriva dall'autostrada Catania-Palermo si trova di fronte a una deviazione che da anni ormai obbliga a seguire una via tortuosa, il che rende difficoltoso il passaggio di due automobili contemporaneamente, figurarsi di due pullman. Difficile prevedere che questo percorso ad ostacoli venga facilitato nel giro di cinque mesi.
“Credo nell'effetto trascinatore provocato dall'arrivo della statua ma è inutile predisporre i servizi quando non si ha ancora idea della portata dell'evento”, ammette il primo cittadino aidonese che si premura ad elencare una serie di iniziative già in cantiere.
C'è in programma la realizzazione di un parcheggio per gli autobus in contrada Canalotto che si andrà ad aggiungere all'altro terminal a ridosso della circonvallazione, il piano per la segnaletica è già predisposto e si spera di mettere in moto il centro di accoglienza turistica ricavato nell'ex mattatoio ma che ad oggi è ancora vuoto.
Eppure tutto questo dovrebbe già essere una realtà: Aidone ha un passato illustre che da solo, con le sue ricadute in termini di turismo, potrebbe sostentare le necessità dei suoi cinquemila abitanti ed evitare la fuga di braccia e di cervelli che negli ultimi anni ha contribuito a ridurne la popolazione. In questo agglomerato di viuzze in salita appollaiato a 800 metri sulle alture dei monti Erei c'è un patrimonio tutto da preservare, fatto di un sito archeologico, la “Pompei di Sicilia”, conservato in modo eccezionale ma visitato da appena 14 mila visitatori l'anno, monumenti e splendide terrazze naturali che si affacciano su mezza Sicilia. Ma a volte tutto questo può non bastare".

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